Quando tutto sembra nero
"Spesso il male di vivere ho incontrato"
Montale, attraverso i suoi scritti, ha raccontato con profondità e maestria la sua vita come un viaggio di dolore. Queste semplici ma potenti parole sono in grado di trasmettere l'essenza di ciò che prova chi soffre di depressione.
Un malessere esistenziale, una malattia che colpisce milioni di persone, tra le psicopatologie più diffuse della nostra epoca. E' uno dei disturbi dell'umore, ovvero sindromi psicopatologiche caratterizzate da alterazioni eccessive e prolungate del tono dell'umore.
Ne sentiamo parlare spesso, ma allo stesso tempo è misconosciuta. E per molti è ancora un tabù.
Nel linguaggio comune capita di sentirne parlare come di una tristezza eccessiva, e questo contribuisce ad aumentare il senso di incomprensione che vive chi ne è affetto. Ma è necessario abbattere questo stigma, perché si tratta invece di un insieme di sintomi che compromettono il modo in cui una persona pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno.
Aaron Beck, pioniere della terapia cognitiva, è stato tra i più grandi studiosi della depressione. Ancora oggi, il suo modello teorico e il suo protocollo terapeutico rimangono i più efficaci per il trattamento dei disturbi depressivi
La persona che soffre di depressione, tra le altre cose:
sperimenta angoscia persistente
perde l'interesse in attività normalmente piacevoli
fatica anche a svolgere le più semplici azioni quotidiane
si percepisce inadeguata e senza valore
considera il mondo circostante ostile
il futuro gli appare incerto e pieno di insidie.
Vivere nella depressione è come indossare occhiali con lenti scure: tutto diventa grigio e opaco, terribile e angosciante.
Le situazioni sono impossibili da affrontare, tutto viene letto in maniera negativa e pessimistica. L'umore non è più flessibile, ma perennemente basso. Gioia, piacere, affetto e motivazione cedono il posto a passività, rassegnazione e demotivazione, che intrappolano in un circolo vizioso, l'anedonia.
Studiando i pazienti depressi, Beck notò come i loro pensieri fossero caratterizzati da autocritica, senso di fallimento, incapacità, impotenza, mancanza di speranza, indegnità e non amabilità.
Il tema centrale e dominante del paziente depresso è la perdita, che è irreparabile, irreversibile e totale.
La persona sente di aver perso lo scopo fondamentale per il proprio obiettivo di vita, che niente ormai può sostituire.
Questa visione negativa che investe il sè, il mondo e il futuro verrà chiamata da Beck triade cognitiva. Secondo il modello cognitivo tutti i sintomi della depressione sono conseguenza dell'attivazione della triade, in virtù della naturale propensione umana a reagire ai propri pensieri come fossero la realtà.
La depressione rappresenta una condizione di estrema sofferenza e il suo carattere pervasivo può portare alla disperazione e alla volontà di trovare una via d'uscita, anche attraverso l'abuso di alcol e di sostanze, e nei casi più gravi con il suicidio. Come scrisse il medico Andreoli ne I segreti della mente, "La depressione è un male di vivere talmente penetrante che il pensiero della morte diventa un balsamo, una consolazione."
Ma dalla depressione si può guarire.
E' una malattia che si può curare! Come? Il trattamento elettivo è rappresentato dalla combinazione di farmaci antidepressivi, soprattutto nei casi gravi, e terapia cognitivo-comportamentale. Questa si basa sull'uso combinato di tecniche comportamentali e cognitive. Prima si lavora attraverso una riattivazione comportamentale, per interrompere il circolo vizioso e far sì che la persona riprenda a svolgere attività. Quando si registra un miglioramento dell'umore e dei pensieri, si procede con un intervento cognitivo per modificare le credenze distorte e dannose. E' previsto anche un intervento metacognitivo mirato alla riduzione della ruminazione, quel processo mentale persistente e circolare che contribuisce a far rimanere la persona incastrata nel suo disturbo. Si lavora quindi sul contenuto dei pensieri, ma anche su come la persona si rapporta con essi. Questi interventi aiutano a prevenire una ricaduta nella spirale depressogena.
La depressione rappresenta sì una sfida difficile, ma con le giuste forme di intervento è possibile superarla. Anche educare, abbattere gli stereotipi e promuovere la conoscenza del fenomeno sono passi fondamentali per creare una società che sia più empatica e in grado di fornire supporto e sostegno a chi ne ha bisogno.